Situazioni di piccola o grande intensità di questo tipo abbiano toccato tutti noi e chi sta vicino a noi. Qualcuno ne sarà uscito rafforzato e qualcun altro avrà gettato la spugna, sentendosi schiacciato dagli eventi. Qualcuno avrà reagito immediatamente, rimboccandosi le maniche e chiedendo aiuto, e qualcun altro ci avrà messo tempo prima di risollevarsi, sentendosi triste o arrabbiato per molto tempo. Qualcuno avrà aspettato l’aiuto dagli altri, qualcun altro avrà sentito come fondamentale il potercela fare da solo, senza chiedere sostegno a nessuno.
Ciascuno di noi reagisce in maniera diversa di fronte alle avversità (e ognuno di noi ha il suo specifico modo di reagire, già a partire dai 3 mesi di vita, come ci mostrano recenti studi sui bambini). Perché? Ci sono molti fattori in gioco, dal tipo di evento che dobbiamo affrontare (magari certe difficoltà le prendiamo positivamente come sfide per migliorarci, mentre altri tipi di situazione ci stendono a terra come un pugile che non riesce a rialzarsi nemmeno dopo la fine dell’incontro), al tipo di approccio personale alla vita, all’autostima e all’autodeterminazione, al contesto che abbiamo intorno.
In gergo psicologico si usa il termine resilienza, ormai diffuso anche a livello comune, per indicare la capacità di riorganizzare la propria vita di fronte alle difficoltà.
Le persone resilienti riescono a cogliere le opportunità che le circostanze – seppur difficili – offrono, senza per questo alienare la propria identità; sanno "auto-ripararsi" dopo un danno; riescono ad affrontare le perturbazioni e possono anche riuscire a far proprie le parole di Thomas Mann: "le avversità possono essere delle formidabili occasioni".
La resilienza, intesa come capacità multidimensionale che coinvolge la possibilità di far ricorso a risorse personali e/o del contesto in cui viviamo, è insita nella natura umana. E non esiste un unico modo per essere resilienti: a volte è bene reagire subito senza farsi travolgere dalle emozioni, altre volte è utile sostare nelle emozioni spiacevoli della situazione, a volte è efficace chiedere aiuto agli altri e a volte è meglio il detto "chi fa da sé, fa per tre". La flessibilità anche nel proprio modo di essere resilienti può essere una chiave vincente per affrontare le difficoltà, piuttosto che utilizzare sempre la stessa modalità in ogni occasione.
Per conoscere maggiormente il proprio stile di resilienza e conoscere quali diverse opportunità abbiamo per affrontare le situazioni, provate a fare questo breve questionario (pensando a uno specifico contesto, per esempio famigliare o lavorativo).
Scegli un punteggio (tra 1 e 5), pensando se il suo comportamento è solitamente più vicino alla risposta di destra (punteggi 1 e 2) o di sinistra (punteggi 4 e 5) o intermedio tra i due (punteggio 3).
1) I rapporti con nuove persone sono qualcosa
che faccio facilmente 5 4 3 2 1 che ho difficoltà a fare
2) Quando accade qualcosa di imprevisto
trovo sempre una soluzione 5 4 3 2 1 mi sento disorientato
3) I miei obiettivi futuri
so come realizzarli 5 4 3 2 1 non sono sicuro sul come realizzarli
4) La mia famiglia (o il mio gruppo di lavoro) è caratterizzato da
una solida unione 5 4 3 2 1 una mancanza di unione
5) Nei momenti difficili, chi è intorno a me
mantiene una visione positiva del futuro 5 4 3 2 1 vede il futuro negativamente
6) Mi piace
stare insieme ad altra gente 5 4 3 2 1 solo, con me stesso
7) Delle mie opinioni e decisioni
mi fido completamente 5 4 3 2 1 spesso dubito
8) Se penso al mio futuro sento che sarà
molto promettente 5 4 3 2 1 incerto
9) Con la mia famiglia (o il mio gruppo di lavoro) mi sento
molto felice 5 4 3 2 1 molto infelice
10) Coloro che maggiormente mi incoraggiano e mi apprezzano sono
alcuni amici stretti / famiglia 5 4 3 2 1 nessuno
Ora somma tutti i punteggi: più è alto il valore (sopra i 35) più sei resiliente. Ancora più interessante però è vedere quali sono le dimensioni della resilienza che ci caratterizzano:
- le affermazioni 1 e 6 si riferiscono alla competenza sociale, cioè alla capacità di stare insieme agli altri;
- le affermazioni 2 e 7 riguardano la “forza personale”, con riferimento alla percezione che si ha di sé;
- le affermazioni 3 e 8 riguardano la “forza personale”, con riferimento alla capacità di pianificare il futuro;
- le affermazioni 4 e 9 riguardano il “supporto esterno”, con riferimento alla coesione del gruppo sociale (per esempio, la famiglia o il gruppo di lavoro);
- le affermazioni 5 e 10 riguardano il “supporto esterno”, con riferimento alle risorse sociali presenti (famigliari, amici…).
Le competenze sociali, la percezione di se stessi, la visione del futuro, il rapporto che si ha con il proprio contesto sociale e con chi vive accanto a noi sono alcuni degli aspetti fondamentali della resilienza. Le dimensioni in cui si hanno punteggi inferiori sono quelle su cui può essere utile soffermarsi e approfondire, per potersi rafforzare ed essere capaci di affrontare le difficoltà, quando le incontreremo.
E non solo la resilienza aiuta noi stessi nel far fronte positivamente agli eventi stressanti, ma aiuta anche gli altri, perché quando siamo resilienti non solo sentiamo che “possiamo farcela”, ma trasmettiamo automaticamente resilienza anche a chi è intorno a noi.
g.c.